laboratorio di pedagogia unicista

L'unico metodo di educazione è l'esperienza e l'unico criterio pedagogico è la libertà.

[L. Tolstoj]

Spesso, nel corso della storia, ed ancor più forse al giorno d'oggi, è esistita la tendenza a voler vedere nel bambino in evoluzione un vaso in cui 'versare' la conoscenza e le strutture del mondo adulto, un piccolo adulto che va istruito a divenire come noi o, nel migliore dei casi, una massa priva di personalità che dev'essere formata col nostro stampo.
Ma, fortunatamente, al tempo stesso, è anche esistita la convinzione che il bambino porti in sé il germe, ancora inespresso, di un'intera personalità, la ricchezza di un'individualità unica ed originale che solo il rispetto e l'amore possono lasciar sbocciare.
La convinzione interiore e profonda della verità di quest'idea può condurci a cercare a lungo strumenti e mezzi adatti a realizzarla. Potremo cercare, conoscere, sperimentare; potremo elaborare teorie e strategie. Ma a nulla servirà finché non riconosceremo nei fatti, nell'individuo che è di fronte a noi, nel neonato, nel bambino, nel ragazzo, la forza potente e grandiosa della sua originalità.
Educare [dal latino ex-duco, as, are] significa proprio condurre fuori, estrarre, far venire alla luce, attirare, innalzare, far sbocciare. Ed educazione è l'arte del far venire alla luce, del far nascere ed evolvere, del condur fuori, maieuticamente, l'originalità.
La pedagogia è l'arte dell'educazione, non la scienza dell'educazione. Ogni attività in cui l'uomo applica le proprie facoltà e le conoscenze acquisite per la realizzazione di un'idea può essere definita, in senso lato, arte. Arte che si contrappone alla conoscenza più astratta e teorica della scienza. La pedologia è la scienza che si interessa al processo educativo come scienza esatta. L'arte empirica dell'educare, invece, che non è interessata a risultati esatti in senso generale, ma precisi nel particolare del singolo bambino, può chiamarsi, opportunamente, pedagogia [in greco παιδαγωγια, da παισ, παιδοσ, (pâis, paidòs) fanciullo e αγειν, (ágein) condurre, guidare].
Educatore o pedagogo o pedagogista è quindi colui che, agendo concretamente, guida e conduce i fanciulli a sé stessi, favorendo la realizzazione del loro essere ideale.

Dal punto di vista pedagogico il nostro paradigma si fonda innanzitutto sulla visione educativo-antropologica di Rudolf Steiner, ma riteniamo che essa possa profondamente integrarsi con visioni pedagogiche di altri autori, anche se talvolta considerate incompatibili: Jean-Jacques Rousseau, Johann Heinrich Pestalozzi, Lev Tolstoj, Ivan Illich, Alexander Neill, Danilo Dolci, Alice Miller, Lorenzo Milani, Maria Montessori, Robert Baden-Powell, Janusz Korczak e tutti gli autori e le teorie (dal pragmatismo americano alla pedagogia libertaria, dalla fenomenologia di Husserl all'ontologia di Heidegger) che hanno posto nel rispetto del bambino, nella non-direttività, nel richiamo alla necessità dell'esperienza, il fulcro della loro attività pedagogica.
In questo senso teniamo conto anche del lavoro svolto innanzitutto da Frédérick Leboyer ma anche da Lorenzo Braibanti e Michel Odent, che hanno riportato alla giusta dimensione l'evento della nascita come primo atto pedagogico e, evidentemente, maieutico.

ATTIVITÀ

L'attività del nostro laboratorio comprende lo studio, la ricerca, la sperimentazione, la consulenza per genitori, insegnanti ed educatori per problematiche educative con bambini e ragazzi, la conduzione e la facilitazione di gruppi di lavoro su tematiche educative, la formazione, la divulgazione, l'intervento educativo con bambini e ragazzi, la conduzione di sportelli d'ascolto nelle scuole di ogni ordine e grado.

Proponiamo laboratori, gruppi di confronto, gruppi di auto e mutuo-aiuto, per adulti interessati alle tematiche educative e laboratori artistici, laboratori esperienziali, soggiorni-vacanza, per bambini e ragazzi.